DisSAGRAnte: ovvero il (dis)valore delle sagre paesane

Mi sta decisamente divertendo la polemica estiva che coinvolge i politici della mia "hometown".

In estrema sintesi il dibattito si sta focalizzando su quali manifestazioni locali portino valore aggiunto, e quali invece costituiscano invece semplice "panem et circenses" o (peggio) un opaco "giro di denaro", sia pubblico che privato, non tracciabile, e/o una distorsione della libera concorrenza.

I numeri dicono che il fenomeno "sagre" è di dimensione nazionale: individuare indicatori per stabilire quali siano da sussidiare, e quali invece creino disvalore costituisce esercizio che supera le semplici polemiche di campanile e/o di casacca politica. Enjoy.

Cosa sono le "sagre"

Le sagre hanno importanti funzioni: 

  • costituiscono un momento di aggregazione
  • sono uno strumento di fundrising per finanziare progetti collettivi
  • tramandano tradizioni storiche e/o folcloristiche
  • sono una occasione di promozione di eccellenze agroalimentari del territorio

Dietro al fumo che proviene dalle griglie delle sagre dovrebbe quindi esserci un "arrosto" consistente e facilmente individuabile: la necessità di tenere coesa una comunità, un evento storico, la celebrazione del Santo Patrono, e/o, più prosaicamente creare valore aggiunto promuovendo le produzioni locali e fornire attrazioni alternative al turismo.

Se c'è "arrosto", ci sono di conseguenza risultati tangibili e misurabili: opere benefiche, maggior mercato per prodotti DOP/IGP, presenze alberghiere.

A proposito: spesso per decantare il successo di una sagra si fa cenno al numero dei partecipanti. Crescere per crescere è lo scopo di una cellula tumorale. I "numeri" che fanno la differenza sono il valore aggiunto sulle produzioni locali e il numero di presenze alberghiere. Il resto è una nuvola di fumo politico.

The dark side

A fianco di importanti "deliverable", le sagre hanno anche alcuni punti oscuri:

  • un massiccio intervento pubblico, in fondi liquidi, agevolazioni fiscali e servizi
  • una scarsa o nulla tracciabilità del denaro raccolto. Gli obblighi di rendicontazione sono limitati oppure del tutto assenti
  • un rischio sanitario: le procedure di controllo HACCP non sono adeguatamente monitorate dalle ASL

Qualche iniziativa di attenuazione del rischio si è visto: googolizzate "controlli ASL (o carabinieri o finanza) sagre" e trovate interessanti riferimenti, che non attenuano per nulla le dimensioni del problema.

Talvolta il problema si fa decisamente serio: cito il caso della "Sagra dello stocco" in quel di Corsico, in chiaro odore di infiltrazione mafiosa. Consiglio di scorrere un articolo recente de "Il Giorno": http://www.ilgiorno.it/sud-milano/cronaca/corsico-sagra-ndrangheta-polemica-1.2603713 

Di dimensioni colossali lo sperpero di denaro in alcune zone del paese. Fonte "Il Giornale": http://www.ilgiornale.it/news/politica/sicilia-spreco-fondi-ue-turismo-bruxelles-blocca-rimborsi-1199765.html 

Senza scendere nella patologie sopra citate, il complesso di agevolazioni fiscali, i ridotti adempimenti e controlli, quando la sagra non "partorisce" risultati tangibili costituiscono un caso tollerato di concorrenza sleale alle attività commerciali, che devono applicare la normativa sul lavoro, pagano tasse, e sono costrette a documentare le misure di prevenzione igienico-sanitarie. Investendo ovviamente somme considerevoli per la "compliance".

[populus] duas tantum res anxius optat: panem et circenses (Giovenale, Satira X)

Panem et circenses: trucchi demagocici per essere eletti documentati dai tempi dell'antica Roma.

Dalla cultura del cereale, a quella del lardo, anche tra i politici anglosassoni l'utilizzo delle risorse per distribuire caramelle elettorali. "Woe to him,' says the oracle, 'who goes to the pork-barrel before the moment of his need." (Edward Everett Hale)

Nell'era moderna l'antica usanza dei politici si è certamente evoluta, raffinata, ma la sua pericolosità sociale è amplificata. Il "giro" di denaro non tracciato di questo tipo di eventi favorisce pratiche ben poco degne di tutela:

  • I costi per la "promozione" delle sagre finanziata spesso dal pubblico possono nascondere "acconti" per propaganda elettorale. Ti pago per 1000 volantini, ne distribuisci 100 per le sagre e 900 me li distribuisci nella prossima campagna
  • Voto di scambio: "assumimi" queste persone per lavorare alla sagra, ti ricompenso con un sostegno pubblico dei costi

I soldi sono fungibili, se non vengono tracciati i passaggi c'è sempre chi se ne approfitta oltre misura.

Come insegna la storiella del "pork barrel" le risorse pubbliche sono limitate, se le destini a scopi iniqui o inefficienti mancano poi per gli interventi seri. "Disgrazia a chi prende il lardo dal barile senza essere nel bisogno"!

Come vedremo dai numeri, nelle sagre c'è chi si impegna per la collettività ma ... su 42.000 eventi in Italia è difficile pensare che non ci sia anche chi trova in queste occasioni il proprio tornaconto.

I "numeri" - Audizione FIPE e Confcommercio al Senato. 42.000 sagre in 8.000 comuni, 27.000 non legate ad alcun "deliverable"

Di recente il legislatore si è occupato di ridisegnare le normative sul terzo settore. (D.Lgs. 112 e 117/2017). Durante l'esame parlamentare sono stati convocati i rappresentanti di bar, ristoranti ecc. "i pubblici esercizi. 

Purtroppo le segnalazioni dell'Organizzazione datoriale (che condivido appieno) non sono state recepite dal legislatore.

Oltre alle preoccupazioni già citate, vi segnalo una ulteriore anomalia. A norma dell'Art.70 D.Lgs.117 sulle sagre NON SONO APPLICABILI le norme sui requisiti morali degli organizzatori. Più che fumus, questo è un olezzo pestilenziale.

Vi consiglio di scaricare il documento presentato da FIPE per l'audizione parlamentare: http://www.fipe.it/norme-impresa/circoli-privati-e-sagre/news-circoli-privati-e-sagre/item/5187-lotta-all-abusivismo-audizione-confcommercio-e-fipe-al-senato.html 

Se avete poco tempo, interessante l'intervista rilasciata dal presidente Stoppani a Radio 24: http://www.fipe.it/comunicazione/rassegna-stampa-fipe/item/5208-stoppani-a-radio-24-focus-economia-sul-tema-abusivismo-e-finte-sagre.html 

Soluzioni?

Semplici, attuabili, documentabili. Seguendo le indicazioni degli esperti del settore, è quantomeno indispensabile estendere alle sagre i requisiti morali, di salute sul lavoro, igienico-sanitari previsti per i pubblici esercizi, ed obbligare alla tracciabilità del denaro. Soprattutto se le sagre beneficiano di intervento pubblico. Scontrini, pagamenti elettronici e rendicontazione di spese e risultati sono un obbligo morale, ed una prassi attuabile.

Una soluzione che al sottoscritto è molto piaciuta è quella adottata a Barbare (Cadice) per la promozione della Mojama. Sono i ristoranti a sfidarsi in una Ruta de Atun. Come mettere assieme promozione del territorio e tutela del commercio.

Vogliamo un esempio più vicino? Il Cassoulet de Castelnaudary (Aude - appena a nord di Carcassonne). In questo caso la "sagra" si fa in piazza, ma il catering è a cura dei ristoratori locali. 

Il caso locale: cosa crea valore e cosa non lo crea in Provincia di Ferrara.

Prima di lanciarsi in elucubrazioni politico-filosofiche è meglio chiarire quali possano essere i "deliverable" locali.

Filiera agroalimentare

Prodotti tipici. Fatevi un giretto su: http://ec.europa.eu/agriculture/quality/door/list.html?&filterReset=true . Ci sono ben 16 DOP/IGP che hanno per territorio "tipico" la Provincia di Ferrara o comuni della stessa. Alcune di queste sono Certificazioni di area più ampia (interprovinciale, Regionale, Pianura padana), ma quasi tutte hanno una fortissima tipicità territoriale e sono legate ad una filiera agroalimentare degna di essere valorizzata. Ne mancano alcuni, ad esempio manca una DOP del pomodoro padano, prodotto di qualità delle terre appena a sud del po, manca il tartufo, che non è tutelato come DOP/IGP in nessun paese, e manca lo storione, per il consumo domestico, ma anche per la produzione del caviale ferrarese, citato già dal Messiburgo. Ad maiora. 

      Designation            Dossier Number  
Aglio di Voghiera IT/PDO/0005/0638
Asparago verde di Altedo IT/PGI/0005/0127
Cappellacci di zucca ferraresi IT/PGI/0005/01324
Coppia Ferrarese IT/PGI/0005/0120
Cotechino Modena IT/PGI/0017/1500
Grana Padano IT/PDO/0017/0011
  IT/PDO/0217/02296
Melone Mantovano IT/PGI/0005/00883
Mortadella Bologna IT/PGI/0017/0325
Pampapato di Ferrara/Pampepato di Ferrara IT/PGI/0005/01323
Pera dell'Emilia Romagna IT/PGI/0017/1534
  IT/PGI/0217/02192
Pesca e Nettarina di Romagna IT/PGI/0017/1535
Riso del Delta del Po IT/PGI/0005/0712
  IT/PGI/0105/0712
Salama da sugo IT/PGI/0005/01114
Salamini italiani alla cacciatora IT/PDO/0017/1301
Squacquerone di Romagna IT/PDO/0005/0794
Zampone Modena IT/PGI/0017/1501

Piccola riflessione: Europa e Canada hanno firmato il trattato di libero scambio "CETA". Attendiamo la ratifica dai parlamenti nazionali sperando che i sovranisti e populisti non ci mettano lo zampino. E' occasione storica per promuovere i prodotti di qualità e per creare valore.

Este Heritage

Patrimonio dell'UNESCO, vogliamo discuterne? http://whc.unesco.org/en/list/733 

Un percorso chiave che lega il territorio dalla Rocca Possente, sino al Delta del Po, su cui innestare micro percorsi, visitabili in bicicletta, e legati ai "task" del ducato: dalla difesa militare, alle delizie, passando per i palazzi del potere.

Che si dice su internet

Di nuovo google aiuta moltissimo a farsi una idea. Si parte dall'identikit del turista tipo. E' un turismo maturo, spesso familiare, interessato a monumenti storici e alla gastronomia. Ricercate "travel blogger ferrara" raccomandatissima la ricerca avanzata in diverse linque, utilizzate anche istagram e i risultati coincidono con quanto sopra: quasi tutti i visitatori di Ferrara e zone limitrofe cercano storia, gastronomia e un turismo "slow".

PS: è gente che paga e (di solito) non rompe le palle e non sporca. 

Cosa manca

Gioco di squadra.  Per ignoranza o malafede, o piccolo tornaconto elettorale, con un patrimonio così ricco, ed in un mondo globalizzato ci sarebbe trippa per tutti. L'Unione Europea è per viaggiatori, consumatori ed investitori oramai uno spazio unico, il Canada si sta aprendo, malgrado il rallentamento miope dell'amministrazione Trump anche gli USA sono destinati a diventare parte di un unico mercato. La TTIP deve necessariamente andare avanti.

Piccolo aneddoto personale: per Natale volevo regalare un pampepato a ciascuno dei partner americani (il salame senza TTIP non si esporta). Ebbene: non ho trovato alcuna confezione con una piccola storia (in inglese) del prodotto. Ho dovuto rimediare comprando carta anticata su Amazon (fornitore tedesco) e stampandoci sopra un adattamento del disciplinare pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Dell'Unione (per legge deve essere tradotto in tutte le lingue).

Il caso ferrarese è emblematico. Se il mondo va avanti abbattendo muri, l'Italia per fare squadra deve abbattere i "campanili". Inutile lamentarsi della globalizzazione se non si fa nulla per goderne i benefici.