USA al voto: Trump vs Biden

USA al voto: Trump vs Biden

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Martedì notte, magari complice il lockdown annunciato, la TV sarà invasa da dirette non stop dedicate alle elezioni USA. Sono attese frotte di opinionisti, alcuni qualificati, altri non più dello standard bragone (=perditempo) da bar.

Una piccola guida su come si decide uno degli uomini più importanti della terra.

Perché dovrebbe interessarci il voto USA

Gli Stati Uniti sono dagli anni '40 del secolo scorso l'ago della bilancia della politica mondiale. Prima in coabitazione con l'URSS, poi, con la caduta dell'Unione sovietica e la fine del secolo scorso con la Cina.

Interventismo, isolazionismo, collaborazione o competizione con gli alleati storici europei hanno avuto conseguenze importanti anche per le scelte politiche al di qua dell'Atlantico.

Me la cavo meglio in campo economico, gli USA nel 2019 (Eurostat) contano per il 22% dell' export e per il 14% dell'import di beni verso l'unione Europea. Primo partner commerciale in uscita e secondo in entrata dopo la Cina. Sono anche il paese con il quale si è arenato il processo di concordare un trattato commerciale quadro (TTIP) e con il quale la Unione Europea vanta il maggior volume di contenzioso nel WTO.

Chi può votare e media delle affluenze

Negli USA possono votare i cittadini americani maggiorenni (>18 anni) che si iscrivono alle liste elettorali dello Stato. Norme particolari per i residenti all'estero e per le persone senza fissa dimora.

Un solo stato, il North Dakota (peso 3/538) permette di votare senza preventiva iscrizione. Come in ogni nazione il voto è interdetto alle persone incapaci, e ai condannati per reati gravi. Le norme variano da Stato a Stato.

La affluenza alle urne degli ultimi anni è sintetizzata nella tabella seguente:

Anno Vincitore Partito Affluenza%
2016 Donald J. Trump GOP 55,67
2012 Barack Obama DEM 54,87
2008 Barack Obama DEM 58,23
2004 George W. Bush GOP 56,70
2000 George W. Bush GOP 51,21
1996 Bill Clinton DEM 49,00
1992 Bill Clinton DEM 55,24
1988 George Bush GOP 50,15
1984 Ronald Reagan GOP 53,27

Negli anni il corpo elettorale è variato parecchio: dai 174 milioni della ultima elezione di Reagan ai 245 milioni della elezione di Trump nel 2016. A differenza dell'Italia il Corpo elettorale non è rilevato a priori, ma stimato ex post sulla base delle iscrizioni alle liste elettorali che rappresentano (fatta eccezione per il Nord Dakota) la conditio sine qua non per esercitare il voto.


Come viene eletto il presidente

Con un particolare processo dei "Collegi elettorali" che trova le sue origini ai tempi delle prime elezioni e delle difficoltà logistiche dell'epoca.

I cittadini di ogni Stato eleggono un numero di Collegi (ripartiti in proporzione della popolazione residente) e i Collegi eleggono il presidente. Con l'eccezione di due stati (Maine e Nebraska - 2 collegi elettorali ciascuno) vige la regola del winner catches all. Chi prende più voti nel singolo Stato ha diritto a tutti i Collegi elettorali dello Stato.

Attualmente i Collegi Elettorali sono così ripartiti, sulla base del censimento del 2010.:

Può essere interessante una analisi per Divisioni amministrative. Nordest è dato piuttosto compatto su Biden, come l'Ovest che si affaccia sul pacifico (escluso Alaska, che conta ben poco), la parte centro occidentale e il Sud propendono solidamente per Trump, così come l'ovest del Midwest. In colori arancio, rosso viola pro Trump, verde e giallo pro Biden, la partita sembrerebbe giocarsi sul blu e sul rosa. 

Le previsioni

Come in ogni elezione le previsioni vanno lette considerando due aspetti: un aspetto statico del distacco tra i rivali. Se il distacco è limitato (3-5 punti percentuali) il margine di errore è molto elevato. Anche se in ogni elezione il numero dei candidati è ben superiore a due, tranne casi particolari il gioco è sempre stato tra Democratici e Repubblicani. Quindi 5 punti di scarto significa 2,5 a testa. Basta pochissimo per invertire l'ordine (e i voti elettorali.

Il secondo punto critico è la dinamica. Le preferenze di molti elettori cambiano nel tempo e si assestano solo nella imminenza del voto. Non conta solo l'esito del sondaggio, tenete d'occhio anche l'evoluzione nel tempo e il "trend" delle preferenze. Nel 2016 fu il trend a fregare la Clinton.

Un buon sito è Real Clear Politics. è un aggregatore di sondaggi e la particolarità è di potere esaminare anche la dinamica dei sondaggi.

Quando sapremo i risultati

Negli USA è possibile il voto postale. Per la validità del voto fa fede la data di spedizione e non quella in cui è pervenuto. Il termine per il voto varia da Stato a Stato.

Quest'anno il numero dei votanti per corrispondenza è previsto particolarmente elevato per effetto del COVID19 (paura, quarantene), quindi se i distacchi non dovessero essere sensibili probabilmente serviranno giorni per completare il conteggio dei voti.

Se proprio soffrite d'insonnia seguite tutta la maratona. Senza i dati ufficiali completi dei voti postali l'esito potrebbe essere diverso dagli exit polls e dai dati parziali.

Uno sguardo al passato

Le elezioni in USA sono sempre state molto "dinamiche" per il sistema elettorale e l'atteggiamento pratico di molti elettori le preferenze cambiano spesso di quel tanto che basta per modificare l'esito.

Nel grafico la distribuzione dei consensi per singolo Stato negli ultimi 100 anni tra Democratici (azzurro), Repubblicani (rosso) e Indipendenti (giallo). NB: alaska e Hawai dal 1960, Department of Columbia (zona della capitale Washington) dal 1964.

E vai di filmino

Vi interessa  vedere come è andata nell'ultimo secolo? cuccatevi il video.