Ali-tagliamola!

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Che sia la Prima, la Seconda repubblica, che siano destri o sinistri, che siano europeisti, sovranisti o populisti, più solido di ogni principio costituzionale è l'obolo continuativamente pagato dai cittadini italiani ad Alitalia.

Se prendete i tanti provvedimenti normativi arrabattati per dare una giustificazione a questo sperpero aggravato e continuato, trovate i tormentoni del "favorire lo sviluppo del turismo", piuttosto che "per agevolare il recupero del settore areo" o altre amenità simili.

I numeri sono ad interpretazione univoca, eppure, nell'improvviso allentamento dei vincoli di bilancio per fare fronte alla emergenza COVID, spuntano una improvvida dotazione di denaro e una serie di misure a supporto del vettore.

Ma quanto ci è costata Alitalia, ed è vero che la sua presenza è indispensabile per lo sviluppo del turismo? Oppure potremmo trovare un utilizzo più efficace per i 3 miliardi (INIZIALI) messi a disposizione per la nazionalizzazione (o meglio, della collettivizzazione dell'onere).

Balle: non esiste alcuna evidenza della correlazione tra fondi pubblici allo Zombie volante e sviluppo di turismo e trasporto aereo. In compenso il contribuente italiano ha già sborsato 11,4 miliardi di Euro a boccia persa.

Perché prendersela con Alitalia? e allora ... tutte le altre?

Il caso Alitalia altro non è che la punta dell'iceberg. Quando si prelevano sistematicamente risorse alla collettività, per erogarle ad imprese decotte e senza alcun futuro si compiace una nicchia di elettorato, ma si creano sistematici danni alla competitività del sistema economico. Lo sperpero delle risorse è una delle componenti del "conundrum", l'Enigma della scarsa produttività italiana, che ha portato il paese ad essere il grande malato d'Europa, e ha ridotto le risorse per stipendi e per il tenore di vita degli italiani.

La matrice Alitalia è infatti applicata alle municipalizzate, alle casse integrazioni straordinarie, e riflette una totale mancanza di cultura economica e di coraggio nel decisore politico.

La crisi generata dal COVID19 avrebbe potuto essere l'occasione per ripensare e decidere di riformare un sistema economico gravato da troppi parassiti da mantenere, si sta trasformando in una gangbang per le peggiori cancrene che compromettono il benessere degli italiani: corporativismo, statalismo e clientele.

Non c'è che da sperare che, da un lato, i vincoli di bilancio mettano il paese nella condizione di dovere ricorrere pesantemente al fondo salva stati, e che pertanto il decisore italiano venga contenuto dal monitoraggio esterno, e, nel caso specifico, che le risorse per Alitalia siano bloccate dal commissario Vestager (Concorrenza).

Quindi analizzare criticamente nel dettaglio il caso alitalia può essere utile per adottare un ragionamento da estendere ad altri casi. Mai più zombie di stato foraggiati dal sudore del contribuente!

Alitalia: un cadavere mantenuto da fine anni '70

Nel 2015 l'Ufficio studi Mediobanca pubblicò un rapporto chiave: "Stima dei costi diretti, pubblici e collettivi, originati dalla gestione Alitalia (1974-2014)". In sintesi è dal 1974 che la Compagnia ha una gestione antieconomica. Formalmente in utile negli anni '80, ma grazie ai contributi pubblici, in perdita dagli anni '90 in poi.

Nel dicembre 2018 l'Osservatorio sui Conti Pubblici italiani, afferente Unicatt, fa un refresh del report Mediobanca

Fino al 2008 come azienda a controllo statale (addirittura al 99,6% fino al 1984), poi passata ai privati dopo il fallimento del 2008, e continuamente foraggiata dal contribuente italiano sino ad oggi. (Fonte: CPI). A queste cifre vanno aggiunti 900 +400 milioni di prestiti ponte erogati tra DL 34/2019 e DL 124/2019. Da ultimo lo stanziamento di 3 miliardi nel Decreto rilancio.

 

I piani della politica: internalizzare la cancrena (modello RAI)

Lo scorso anno, nel Decreto Legge 34/2019,  rispunta l'ideona del legislatore di nazionalizzare il vettore. L'idea sembra completamente slegata da un progetto credibile, e finalizzata unicamente a gettare fumo negli occhi della Commissione Concorrenza per giustificare l'ennesima frode statale ai danni dei cittadini italiani.

Recentemente, un altro Decreto Legge (sempre n° 34 ma del 2020), fissa in 3 miliardi (iniziali, ovviamente) la partecipazione statale alla nuova Alitalia.

Il dossier dell'ufficio studi della Camera, in ben 20 pagine entra in molti dettagli ma omette due informazioni chiave:

  1. Quanto è sinora costata Alitalia agli italiani (vedi report Mediobanca e CPI-Unicatt)
  2. Se un vettore nazionale sia indispensabile per promuovere il turismo ed assicurare gli spostamenti dei cittadini

Queste informazioni, omesse ad arte nel Dossier di accompagnamento dell'iter parlamentare, sono invece fondamentali per concentrarsi sul senso dell'accanimento terapeutico nei confronti di Alitalia. 

I riscontri: turismo e trasporti funzionano senza un vettore nazionale

Con il primo fallimento Alitalia nel 2008 il vettore romano abbandonò Malpensa concentrando le proprie attività su Fiumicino e le rotte interne.

I dati di traffico ENAC dicono che:

  1. Dopo l'abbandono Malpensa si è ripresa, ritornando a fine 2017 sui livelli di traffico del 2008.
  2. L'evento EXPO 2015 di Milano ha raccolto milioni di visitatori, trasportati in buona parte da vettori diversi da Alitalia
  3. Il nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia) ha vissuto un incremento del turismo estero (Eurostat) e del traffico aereo indipendente dalla presenza di un vettore nazionale (Ryanair e Easyjet hanno rimediato benissimo).
  4. Alitalia ad oggi non è neppure il principale vettore per il traffico nazionale, superato da Ryanair e tallonato da Easyjet. Per il traffico estero Alitalia è decisamente meno importante di Ryanair.
  5. L'incidenza dei vettori italiani (Worldbank) è irrilevante nel panorama mondiale (0,61% del traffico passeggeri, 0,64% del traffico merci) quindi la domanda ora servita da Alitalia può essere agevolmente soddisfatta da altri vettori. PS: i ddati WB non distinguono per vettore aereo, ma solamente per stato di registrazione (quindi il dato italiano comprende anche Air Dolomiti, Blue Panorama eccc.)

Nella documentazione allegata potete entrare nel dettaglio e verificare o contraddire il ragionamento sopra esposto. Enjoy!

Dati di traffico ENAC

 

Turismo estero nel nord Italia dal 2008 al 2018 (Eurostat)

 

Rilevanza dei vettori italiani nel mercato mondiale dei trasporti aerei (World Bank - IATA DB)

Un video

Dal canale di Liberi Oltre un recente video sulla (in)utilità di Alitalia

 

Conclusioni: anche con Alitalia stanno sperperando i vostri soldi.

Sono di Bondeno, e affermo che di Alitalia possiamo farne a meno (sono concordi anche a Faenza). Stiamo sprecando l'occasione per toglierci dalle palle una sanguisuga, e concentrare le risorse su azioni che possano portare a fare ripartire il paese. Avendo poca speranza nella indipendenza di giudizio e nelle capacità critiche del legislatore, confido che una crisi finanziaria, o un veto della Commissione blocchino questi propositi.

Documentazione