Bigino per un viaggio transalpino

Bigino per un viaggio transalpino

La Francia è stabilmente sul podio delle destinazioni turistiche preferite nel mondo, con oltre 80 milioni di arrivi e 440 milioni di notti. Ci ho sbattuto le chiappe una prima volta nel 1989 (Alsazia) e negli anni ne ho girato buona parte. 
Non mi sentirete mai declinare un invito per una randonnée nell'Hexagone, se non per la Costa Azzurra in agosto e Parigi per le festività comandate. Nel post vi suggerisco alcuni trucchi per godervi un viaggio oltralpe.

Superare la Sindrome di abbandono del bidet 

Nell'immaginario collettivo il grosso trauma dell'italiano in Francia è la difficoltà di nettarsi le terga (e la bernarda). Eppure, furono proprio i francesi ad introdurre il bidet nel mondo occidentale, importando i primi modelli dalla Cina agli inizi del Settecento. Bidet era un cavallino. Ai tempi a corte di trombava di brutto, quindi le pudende dovevano essere ben nettate.

Galeotto fu il fisco: il bidet diventa un indice di incremento del "valeur locataire", la rendita catastale alla base della "taxe d'habitation", una delle due imposte immobiliari francesi. E i bidet sparirono dai cessi transalpini. Meglio il culo merdo che pagare tasse.  La norma è stata poi corretta, ma oramai il danno è fatto.

Soluzione? ogni doccia ha il soffione staccabile, o una douchette a parte. Vi mettete a culo nudo e busone in doccia e utilizzate il getto per pulirvelo. 

Logistica: le catene per gli alloggi (e orari di arrivo)

Un buon metodo per trovare un letto e un cesso in Francia è sfruttare le catene. Franchise è una parola francese adottata dagli americani per descrivere questo tipo di organizzazione aziendale. E la Francia è piena di catene.

Se preferite i ristorantini di campagna con camere annesse la sempreverde Logis de France, se cercate hotel preservativo vista tangenziale (ma puliti, economici e con check-in 24/7) i vari Premiere Classe, Campanile della Louvre Hotels, Formule 1 della Accor e BB Hotels. Più su Ibis, Mercure e Novotel, tutte Accor Les Collectionneurs (ex Chateau Hotels), Les Originals per arrivare alla celebrata Relais e Chateau.

Se preferite sistemazioni in casa, oltre a Airbnb considerate anche l'autoctona "Gites de France". Ah, nel paese in cui il computer si chiama ordinateur, i B&B si chiamano Chambres d'Hôtes.

Attenzione agli orari. Fuori da Parigi e dalle località turistiche i ristoranti chiudono alle 21, e spesso non fanno due giri dei tavoli. Tra mangiare e prendere possesso della camera, soprattutto in campagna, la priorità è mangiare.

Il cibo: hashtag "terroir"

Partiamo da due dati: la Francia ha 272 prodotti di qualità a marchio UE (768 con i vini) vs i 325 italiani (892 con i vini). C'è da sbizzarrirsi e merita far viaggiare anche "i visceri" oltre che piedi e occhi.

Per un buon indirizzo iniziale lasciatevi trasportare dalle "suggestions du chef" e dai "menù du terroir". 

Terroir, è un termine difficilmente traducibile in italiano, il Dizionario Larousse lo definisce "le refuge d'habitudes, de goûts typiquement ruraux ou régionaux" rifugio delle abitudini e dei gusti tipicamente rurali o (al più) regionali. Qui lo sentite utilizzare come il sale nei piatti, ed è un buon hashtag per farsi consigliare piatti tipici.

Premessa: non essere fighetti, perché nelle tradizioni rurali c'è anche e spesso l'utilizzo dei quinti quarti (produits tripiers).

Nota tecnica: l'acqua "chateau-la pompe" (ovvero del sindaco come si dice in Italia) è di norma servita gratis al ristorante, e sui vini chiedete delle AOC/IGP locali. Spesso i ristoratori hanno con i produttori accordi simili al nostro contratto estimatorio, riuscendo a contenere il ricarico. Sui vini standard, il mercato è lo stesso in tutta Europa: il ristoratore compra il pacchetto e lo rivende tra un x3 e un x5.

A meno che non andiate per "Cru" in una delle tante regioni dedicate (Alsazia, Borgogna, Champagne, Bordeaux e Loira). Qui godetevi lo spettacolo e non pensate al portafoglio.

Per pianificare il viaggio, o capire che prodotti di qualità trovare a km quasi zero dal vostro soggiorno sono utilissime le cartine dell'INAO (istituto nazionale dei marchi di qualità).

A proposito, almeno per il pesce non affidatevi a traduzioni estemporanee. La Commissione UE ha mappato le denominazioni commerciali nei paesi aderenti. Lo strumento è piuttosto affidabile.

La plage

Prevalgono le spiagge libere, ergo un primo acquisto da fare (o da portarsi dietro) è l'ombrellone. Se andate a Nord considerate anche le tende, se andate in zone ventose le barriere e ombrelloni combinati con teli laterali. Decathlon vi assiste, è catena francese.

Appena fuori dalla spiaggia trovate i ristori. Nota-Molto-Benissimo siamo nel paese della haute couture, le tenute da sbarco non sono gradite. I francesi amano il silenzio e tendono a non accalcarsi, se possibile. Tranne nelle calette bretoni e provenzali avete ampio spazio a disposizione.

Le visite: essere selettivi

La Francia ha 43 siti UNESCO, la Spagna 45 , l'Italia 51 e prima la Cina con 55, il numero dei "Monuments Nationaux" che comprendono il patrimonio UNESCO, ma non solo, arriva a 100, mentre il numero dei "Monuments Historiques esplode ad oltre 40.000). In sintesi se non state attenti rischiate di visitare la pietra dove ha pisciato Napoleone di ritorno da Waterloo.

Una buona strategia è prendere i MN come pivot e o MH come second best se vi trovate in giornata di pioggia o se non vi va di girare troppo. PS: i francesi sono grandissimi venditori, occhio a verificare i suggerimenti con le info oramai disponibili online.

Esempio: mappa con monumenti storici + food + wine (PS: date alla pagina il tempo per caricare la mappa: ci sono migliaia di riferimenti).

Tanto per capire il volume di alternative ho selezionato un Dipartimento (quasi) a caso: l'Aude. Celebre per la capitale della Gallia Narboniensis, della crociata contro gli Albigesi, Carcassonne.

Se non siete "imparati" con maps, imparatevi. Per un approccio veloce può essere utile selezionare o deselezionare i livelli della mappa sulla sinistra per vedere le singole categorie.